Fico: proprietà, uso, controindicazioni

Il fico (Ficus carica) è una pianta della famiglia delle MoraceaeRicco di calcio e vitamina A, è utile contro vl’anemia e come digestivo e antinfiammatorio. Scopriamola meglio.

Fico

 

 

Proprietà del fico

Il gemmoderivato della pianta del fico ottenuto dagli estratti meristematici, agisce nelle forme di tipo psicosomatico acute o croniche a carico del sistema gastrointestinale. Tale attività è da attribuirsi agli enzimi digestivi contenuti nelle gemme. Sono stati isolati inoltre: composti furocumarinici, zuccheri, mucillagini.

La sua assunzione regolarizza la motilità gastrica e normalizza la secrezione dei succhi digestivi, esercitando un’azione antinfiammatoria sulle mucose. Viene perciò impiegato nel trattamento di ulcere gastroduodenali, gastriti coliti, nelle distonie neurovegetative, e come coadiuvante per i problemi digestivi a carico dello stomaco (difficoltà digestiva da diete iperproteiche, sonnolenza postprandiale e pesantezza epigastrica).

I frutti freschi sono ricchi di calcio, minerale essenziale nella formazione delle ossa, perché aumenta la densità e ne facilita il corretto sviluppo; e di ferro, utile nelle persone con anemia.

fichi contengono anche altissime concentrazioni di potassio e tracce di vitamina A. La presenza di vitamine e sali minerali li rendono dei buoni remineralizzanti. ed è possibile integrarli nella dieta di bambini, anziani, donne incinte ed atleti, per il loro ottimo contributo di energia.

I fichi inoltre hanno azione lassativa, dovuta all’elevato contenuto di fibre, tra cui la lignina molto efficace per contrastare disturbi intestinali o stipsi cronica.

 

 

Controindicazioni del fico

I frutti sono un alimento sconsigliato per chi soffre di diabete e per le persone obese, rispettivamente per la notevole presenza di zuccheri e per l’elevato apporto calorico.

 

Descrizione della pianta

È un albero dal tronco corto e ramoso che può raggiungere altezze di 6 – 10 m; la corteccia è finemente rugosa e di colore grigio-cenerino; i rami sono ricchi di midollo con gemme terminali acuminate coperte da due squame verdi, o brunastre.

Le foglie sono grandi, scabre, oblunghe, grossolanamente lobate a 3-5 lobi, di colore verde scuro sulla parte superiore, più chiare e ricoperte da una lieve peluria su quella inferiore.

Quello che comunemente viene ritenuto il frutto del fico è in realtà una grossa infruttescenza carnosa, detta “siconio”, piriforme, ricca di zuccheri a maturità, di colore variabile dal verde al rossiccio fino al bluastro-violaceo, cava.

All’interno del siconio sono racchiusi i fiori unisessuali, piccolissimi; una piccola apertura apicale, detta ostiolo, consente l'entrata degli imenotteri pronubi; i veri frutti, che si sviluppano all'interno dell'infiorescenza, sono numerosissimi piccoli acheni. La polpa che circonda i frutti è succulenta e dolce, e costituisce la parte commestibile.

 

L'habitat del fico

Se per definizione è detto "fico mediterraneo", si considera pure storicamente originario e comune delle regioni Caucasiche, e del Mar Nero. Solo dopo la scoperta dell'America il fico si diffuse in quel continente, in seguito ai contatti con l'Oriente fu diffuso in Cina ed in Giappone.

 

Cenni storici

L’appellativo botanico carica fa riferimento alle sue origini che vengono fatte risalire alla Caria, regione dell'Asia Minore. Testimonianze della sua coltivazione si hanno già nelle prime civiltà agricole di Mesopotamia, Palestina ed Egitto, da cui si diffuse successivamente in tutto il bacino del Mar Mediterraneo.

Nella mitologia greca il titano Sykèus, (da sykefico), per sottrarsi a Zeus che lo stava inseguendo, si sarebbe rifugiato presso la madre Gea, la terra. Questa avrebbe poi fatto sorgere dal suo grembo l’albero, che prese il nome del figlio.

Nell’antichità era proibito esportare questi frutti, considerati un prodotto di prima necessità. Se ci si cibava di fichi appartenenti ad alberi votivi, si veniva puniti per sacrilegio. Specie sacra per gli induisti e i buddisti che considerano simbolo della conoscenza e della verità.

Nell’Antico Testamento è riportato che Adamo ed Eva, per coprire le proprie nudità a causa della vergogna che il peccato determinò, staccarono alcune foglie di fico; successivamente insieme con la vite, divenne simbolo non soltanto di fertilità, ma anche di vita gioiosa nel regno messianico.

Secondo la medicina popolare il lattice contenuto nelle foglie è un ottimo rimedio per la cura e l'eliminazione delle verruche. La forma dei suoi frutti, una volta aperti, ricorda quella dello stomaco e dell’utero, per cui seguendo i criteri della Teoria delle Segnature, era impiegato nella cura dei disturbi gastrici e per garantire la fertilità.

 

Fonte: www.cure-naturali.it


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