- Antiossidanti -

I BENEFICI DEL VINO ROSSO

Quali sono gli effetti del vino sul sistema cardio-circolatorio? Quali proprietà antiossidanti? Dagli studi effettuati emerge l’azione benefica e di prevenzione che il vino rosso ha, rispetto ad altre bevande alcoliche, sulle coronaropatie aterosclerotiche

Che il vino abbia delle proprietà benefiche sulla salute dell'uomo è cosa nota da secoli e l'uso di tale ali­mento come forma farmaceutica o come veicolo per i farmaci di origine naturale (l'alcool infatti estrae dalle piante molti dei prìncipi attivi) è stato da sempre oggetto di accesi dibatti­ti, alimentali dal fatto che ai benefici del vino si affiancano la tossicità e gli effetti negativi dell'etanolo. Recentemente sono state fatte numerose ricerche di laboratorio che, insieme ad indagini statistiche effettuare su milioni di soggetti appartenenti a popolazioni differenti e con differenti abitudini di vita ed alimentari, hanno permesso di evidenziare l’effettiva rilevanza dell’azione benefica del vino e di individuare i composti responsabili. L’attenzione degli studiosi si è soffermata sull’effetto che il vino (rosso in particolare) ha sul sistema cardio-circolatorio. Metà dei decessi che hanno luogo negli USA sono provocati dalla arteriosclerosi; ciò è diretta conseguenza della dieta estremamente ricca In grassi animali cui è consueta la popolazione americana in partico­lare ed in generale la maggior parte dei paesi "occidentali". Gli effetti benefici dell'etanolo sulla prevenzione delle coronaropatie sono noti da tempo. Situazione particolare è invece rap­presentata dal vino rosso, infatti alle azioni dell'etanolo in esso contenu­to, si affiancano effetti altrettanto benefici per il sistema cardio-circo­latorio, dovuti ad alcuni componen­ti peculiari del vino.

I vini rossi

A differenza dalle altre bevande alcoliche i vini contengono in solu­zione una grande varietà di compo­sti che conferiscono al vino stesso la tipica individualità e nobiltà. Alcuni di questi composti sono prodotti secondari della fermentazione alco­lica, altri erano già presenti nell'uva di origine o nel legno dei contenitori. I vini rossi sono molto più ricchi dei bianchi di questi composti, sia per­ché le uve ne sono maggiormente dotate, sia per la più lunga perma­nenza delle bucce nei mosto. I vini rossi contengono numerosi composti polifenolici che si rivelano organoletticamente con la sensa­zione astringente nella bocca e nella mucosa orale. Questi polifeno-li comprendono i flavonoidi, i flavonoli, le antocianine ed i tannini solu­bili, tutti composti dotati di proprie­tà antiossidative. Nel sangue tali proprietà si esplica­no con particolare efficacia sulle lipoproteine LDL, proteggendo la integrità dei loro composti lipidici insaturi. Diminuisce di conseguenza la capacità delle LDL di iniziare la formazione della placca aterogena. Il primo esperimento in questa dire­zione era stato eseguito nel 1981 da Klurfeld e Kritchevsky. Questi autori alimentarono per 3 mesi dei conigli con una dieta ricca di cole­sterolo (controlli) ed altri con la stessa dieta aggiunta però di alco­ol puro, birra, vino bianco, vino rosso e superalcolici. Alla fine del­l'esperimento risultò che i controlli ed i conigli trattati con birra presen­tavano gravi lesioni aterosclerotiche in corrispondenza dell'aorta e dei vasi sanguigni maggiori. I conigli trattati con alcool puro e superalco­lici presentavano una diminuzione del 25% e del 17% rispettivamente, mentre i conigli trattati con vino bianco del 33% e quelli trattati con vino rosso del 60%. La proprietà antiossidativa dei feno­li è stata evidenziata da Frankel e altri, misurando l'esanale ed i dieni coniugati che si formano per ossi­dazione, catalizzata da ioni rameici, delle LDL umane di recente prepa­razione. In questi esperimenti l'azio­ne antiossidativa dei polifenoli del vino è risultata uguale a quella della querce tina e nettamente superiore a quella dell'a-tocoferolo (vitamina E), il fattore vitaminico antiossidati-vo comunemente usato come inte­gratore nella nutrizione e nella profi­lassi delle malattie coronariche. Altro componente di notevole inte­resse biologico e medico è il resve-ratrolo (3,4,5-triidrossistilbene) pre­sente nei vini rossi, ma non in quel­li bianchi, in quantità variabili ma consistenti, sia nella forma trans che cis ed anche in forma di gluco-side. L'idrolisi dei glucosidi del resveratrolo nel tratto intestinale consente la biodisponibilità di que­sto composto in misura molto mag­giore di quanto si ritenesse prece­dentemente. Il resveratrolo viene sintetizzato dalla Vitìs Vinifera ed è presente nella buccia degli acini d'uva. Come si è detto precedente­mente, questa viene tenuta molto più a lungo nel liquido di fermenta­zione dei vini rossi che non in quel­lo dei vini bianchi, ciò spiega la maggior ricchezza di questi com­posti nei vini rossi. Studi recenti hanno messo in evi­denza che il resveratrolo è dotato di interessanti proprietà; è inibitore della aggregazione piastrinica (74), della proteina-tirosina chinasi ed è un efficiente antiossidante per le LDL. Bertelli e altri hanno recente­mente confermato l'azione antiag-gregante piastrinica del resveratro-lo ed hanno constatato che essa è potenziata dagli altri componenti del vino rosso. L'attività antiaggregante piastrinica e l'attività antiossidante LDL indicano l'importanza di questo composto nel vino. In virtù della presenza del resvera-trolo e dei polifenoli il vino rosso esplica, rispetto all'etanolo ed al vino bianco, una più accentuata azione sulle HDL e sull'ossidazione delle LDL. Una suggestiva e convincente interpretazione sul perché della così intensa azione antiaggregante piastrinica del vino rosso è stata for­mulata da Muller e Fugelsang, i quali hanno avanzato l'ipotesi che questa fosse dovuta al contenuto in salicilati del vino rosso (circa 30 mg/litro). A queste dosi i salicilati, composti dotati di spiccata attività antiaggregante piastrinica, vengo­no impiegati, in forma di aspirina, nella profilassi delle coronaropatie. Tuttavia ricerche successive hanno indebolito tale ipotesi; infatti è stato dimostrato che il contenuto di salici­lati nel vino è in realtà inferiore, non superando i 0,7 mg/litro.

Azione antiossidativa

I primi esseri comparvero sulla terra quando l'atmosfera era priva o molto povera di ossigeno. Erano microorganismi anaerobici capaci di vivere in assenza dì ossigeno. Man mano che l'ossigeno compari­va nell'atmosfera, in seguito all'azione fotosintetica di alcuni microorganismi, gli esseri anaerobi-ci si evolsero in aerobici. Alcuni degli anaerobi sono sopravvissuti in condizioni adatte, ai riparo cioè dal­l'ossigeno che rappresenta per loro una forma tossica. Nonostante questi processi evoluti­vi, anche negli organismi aerobici, uomo compreso, si riscontrano danni quando la concentrazione di 02 supera il 21%. Esempio di questi danni sono le patologie oculari cui andavano incontro, fino a poco tempo fa, i bambini nati prematura­mente. Tali danni sono individuabili nella fibroplastia, che consiste nella formazione di tessuto fibroso sulla superficie posteriore del cri­stallino, ciò è conseguenza diretta della elevata tensione di O2 che fino a poco tempo addietro veniva usata nelle incubatrici. L'ossigeno è potenzialmente tossi­co anche a pressioni normali in quanto può generare i cosi detti "radicali liberi dell'ossigeno", sco­perti nei 1954 da Gershman. Si tratta di specie chimiche dotate di breve vita ma altamente lesive (O, OH.). Gli organismi si sono evo­luti creando dei sistemi di protezio­ne nei confronti di tali composti lesi­vi, che vengono in gran parte elimi­nati. Quando tali protezioni intrinse­che dell'organismo non sono suffi­cienti, è opportuno ricorrere a parti­colari composti antiossidanti esogeni, presenti comunque in una dieta bilanciata, quali le vitamine C ed E ed i caroteni. Notevoli proprietà antiossidanti hanno anche i componenti del vino rosso e ciò è sicuramente un altro aspetto importante e benefi­co del vino. Da quanto detto risulta che le bevande alcoliche ed il vino in par­ticolare esplichino una efficace azione di prevenzione sulle corona-ropatie aterosclerotiche. La maggiore efficacia che ha il vino rosso a tale proposito, rispetto alle altre bevande alcoliche e all'alcool puro, è ascrivibile ai suoi composti peculiari che derivano o dalle rea­zioni fermentative o dalla buccia dell'uva nera. Tali composti sono dotati di azioni benefiche sui vasi e potenziano l'azione, già di per sé positiva, dell'etanolo. Questi composti sono contenuti anche nella frutta e nella verdura, ma in quantità minori e più difficil­mente assorbibili che nel vino. L'azione protettiva del vino sul sistema cardio-circolatorio è così riassumibile; aumento plasmatico delle HDL, diminuita ossidazione delle LDL, ridotta aggregazione piastrinica e aumentata fibrinolisi per aumentata produzione dell'atti­vatore tissutale del plasminogeno. Dai dati presentati emerge come una dieta contenente un paio di bicchieri di vino al giorno, preferibil­mente assunti durante i pasti, porti ad indubbi benefici, certo non per chi non tollera l'alcool. A tale propo­sito Griffith, del Elisabeth Medical Center di Birmingan, invita i medici a consigliare ai pazienti, accanto ad una corretta attività fisi­ca, una dieta bilanciata e compren­dente anche due bicchieri di vino al giorno. Nel contempo il medico dovrebbe informare il paziente sulle conseguenze di un abuso di alcool. L'azione antivirale dei polifenoli del vino rosso giustificherebbe uno studio sulla loro azione preventiva sull'AIDS.

Fonte: www.utifar.it


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