Come evitare micosi e funghi

 

Come evitare micosi e funghi della pelle al mare e in piscina

Come evitare micosi e funghi della pelle al mare e in piscina – Invisibili e silenziosi, i batteri delle micosi e delle più comuni infezioni ginecologiche (come la candida) si annidano tra le fibre della plastica dei lettini e delle sdraio dei balneari, sugli asciugamani umidi e tra le pieghe del costume da bagno. La micosi in particolare è una malattia causata da funghi patogeni.
Sulla sdraio e sul lettino al mare è quindi sempre bene non poggiarsi direttamente sulla plastica ma mettere sotto il proprio asciugamano da mare che va lavato ogni volta che si torna a casa dalla spiaggia.
Da sfatare inoltre il mito che vuole l’ acqua della piscina (che contiene cloro) un disinfettante, anzi, l’ acqua della piscina può essere dannosa perchè modifica il PH della pelle.
Altri luoghi e cause della proliferazione della micosi e dei funghi della pelle in genere sono le aree umide e le pieghe della pelle: non si tratta di fattori scatenanti dei funghi della pelle ma piuttosto di fattori che favoriscono l’ attecchimento dei funghi.
Anche l’ asciugamano di cotone, se bagnato, può favorire la micosi; è quindi bene farlo asciugare al sole prima di schiacciarci sopra un pisolino.
Un’ altra accortezza è non sdraiarsi mai sul telo da mare rivoltato dopo che è stato a contatto con la sdraio o il lettino.

Per quanto riguarda le micosi che attaccano la pelle, il metodo migliore per evitarle è quello di cambiare il costume dopo il bagno e usare il più possibile fibre naturali.
Un altro fungo della pelle abbastanza diffuso è quello definito scientificamente pitiriasi versicolor: si manifesta con macchie più chiare sulla pelle ed è un fungo contagioso, si può curare ma le macchie spariscono dopo la cura solo quando si riprende il sole.
Evitare quindi di sdraiarsi sull’ asciugamano di chi ne è affetto. Le comuni regole igieniche possono bastare per evitare di contrarre funghi della pelle.

 

Le micosi cutanee sono infezioni dello strato corneo dell’epidermide dovute a funghi patogeni: microrganismi uni o pluricellulari saprofiti, che vivono nelle piante, negli animali o nell’uomo, incapaci dì vita autonoma poiché non sono in grado di mettere in atto la fotosintesi clorofilliana a partire dall’acqua o dall’anidride carbonica, cosicché devono dipendere da altre forme vitali per nutrirsi del loro materiale organico.

I funghi responsabili delle dermatomicosi si suddividono in dermatofiti e lieviti. I primi si nutrono di cheratina e parassitano sia nello strato corneo sia negli annessi cutanei (peli, capelli, unghie). I secondi, invece, colonizzano la cute e le mucose.
L’infezione da funghi è favorita da condizioni di elevata umidità sulla pelle. Le forme più frequenti sono la Pytiriasi versicolor, le onicomicosi, il piede d’atleta e le micosi delle pieghe cutanee. Altri fattori che favoriscono l’infezione fungina sono l’obesità, il diabete mellito, l’uso eccessivo di detergenti, terapie prolungate con antibiotici, cortisonici, o farmaci immunodepressivi (per esempio nei trapiantati) in quanto le difese immunitarie sono compromesse, così come accade in chi è affetto da particolari patologie (AIDS, tumori).

Non tutti coloro che entrano in contatto con uno di questi microrganismi poi svilupperanno un’infezione. Non tutti i tipi di cute, infatti, sono un terreno favorevole per i funghi; la maggior parte dei miceti inoltre attecchisce quando la pelle presenta abrasioni più o meno vistose, oppure quando le difese immunitarie sono più deboli».
Una micosi può persistere a lungo, se non adeguatamente curata, estendendosi ad altre parti del corpo o diffondendosi ad altre persone, e pertanto deve essere curata e bonificata.

LA CLASSIFICAZIONE DELLE MICOSI

Esistono diversi tipi di micosi, ognuna con caratteristiche particolari.
La classificazione clinica delle infezioni da dermatofiti si basa sulla regione cutanea colpita.

TINEA PEDIS O PIEDE D’ATLETA
É una delle forme micotiche più frequenti, così soprannominata perché affligge soprattutto gli sportivi: nuotatori, calciatori e maratoneti. É causata principalmente da Trichophyton rubrum, Trichophyton mentagrophytes, Epidermophyton, Microsporum.
L’infezione comincia, in genere, nel terzo o quarto spazio tra le dita del piede e si estende successivamente agli altri spazi interdigitali; se non s’interviene tempestivamente si può diffondere anche ad altre parti del piede (pianta, calcagni o bordo).
La pelle diventa rossa e poi si desquama. Nelle forme croniche si possono formare ragadi.
All’inizio il piede d’atleta dà prurito, bruciore con l’insorgenza di dolorose vescícole e pustole. Successivamente la pelle diviene biancastra, umida e maleodorante. É assolutamente sconsigliato grattarsi, per evitare la rottura delle vescicole, che altrimenti possono infettarsi con batteri.
La trasmissione è prevalentemente interumana indiretta, quindi sono a “rischio”:  bordi della piscina, bagnasciuga, spogliatoi, sauna, doccia della palestra, tutti ambienti dove si cammina a piedi nudi.
Quest’infezione è l’unica che può avere implicazioni non trascurabili per la salute dell’individuo: può infatti provocare l’erisipela degli arti inferiori, che è spesso recidivante e la cura degli spazi interdigitali è la prima misura da adottare per prevenire le recidive.

TINEA INGUINALIS
Si verifica a livello delle pieghe inguineale e perianale; è favorita dalla maggiore sudorazione di queste zone che porta a macerazione delle stesse.
É’ causata da Trichophyton rubrum negli adulti ed Epidermophyton floccosum nei giovani.
Il contagio può avvenire per via sessuale. Si verifica sottoforma di eritema desquamante pruriginoso con un bordo vescicolare a margine netto.Molte volte per autocontagio da monolaterale diventa bilaterale.

TINEA UNGUEUM OD ONICOMICOSI
Si tratta di un’infezione dell’unghia e del letto ungueale dei piedi e delle mani. La lamina solitamente più colpita è quella dell’alluce.  spesso dovuta al Tricophyton rubrum.
Le unghie infette diventano spesse, deformate, friabili e si spezzano con facilità; assumono colorazioni che vanno dal giallo al verde-blu.
É importante fare una diagnosi differenziale con la psoriasi. Anche in tale patologia vi sono lesioni ungueali, che però si distinguono perché in genere sono bilaterali.

PITYRIASI VERSICOLOR
É una dermatomicosi superficiale causata da un lievito saprofita, la Malassezia furfur (o Pytirosporum ovalis), che vive normalmente nel follicolo pilosebaceo sulla pelle, ma che può diventare patogeno se le condizioni gli sono favorevoli (ambiente caldo-umido, uso di contraccettivi orali, di steroidi, immunosoppressione, iperidrosi).
Questo lievito è lipofilo, e può proliferare solo in presenza di sebo, quindi difficilmente interessa l’infanzia, in quanto le ghiandole sebacee non sono ancora attive; invece è molto diffusa fra gli adolescenti e i giovani adulti. Esiste una predisposizione genetico-familiare alla malattia, sicuramente condizionata, nella sua espressività, dalla secrezione sudoripara e sebacea. La Pytirias versicolor diviene contagiosa quando si favorisce il viraggio dell’agente causale dallo stato saprofitico a quello parassitario.
Si manifesta su volto, collo, tronco e radici degli arti, con chiazze rotondeggianti, singole o unite, che hanno diversa colorazione (dal rosa al marrone al bianco) a seconda dello stadio d’infezione: di qui il nome “versicolor” (cambio di colore) dato a questa micosi. A volte le macchie sono desquamanti e furfuracee: di qui invece il nome di Pityriasi (forfora).
Si sviluppa soprattutto in autunno e in primavera, ma in tali stagioni la micosi si mimetizza con il colore della pelle. Quando il paziente è al mare e si espone al sole, per effetto sterilizzante e disinfettante dei raggi UV, ci si accorge della presenza di chiazze bianche sulla pelle (ecco perché a volte citati “funghi di mare”). In realtà l’ipocromia deriva dal coinvolgimento dell’agente eziologico nella melanocitogenesi (deputato alla colorazione della pelle)».

LE LESIONI VIRALI
Le verruche sono lesioni provocate da un virus, il Papillomavirus umano (HPV) che si localizzano in qualsiasi sede dotata di epitelio squamoso, cheratinizzato se nella cute e non cheratinizzato se nelle mucose. Si presentano come noduli, papule o piccole escrescenze cutanee benigne molto resistenti all’ambiente esterno. Sono molto frequenti in soggetti con sistema immunitario depresso (che gioca un ruolo rilevante). Sono, inoltre, diffuse nei bambini che, a causa del sistema immunitario non ancora maturo, sono colpiti con maggiore frequenza rispetto agli adulti.
L’inoculazione del virus è facilitata da un’alterazione della funzione di barriera dell’epitelio, quindi in seguito a microtraumi o a macerazione della pelle (come avviene in piscina, nelle palestre, negli spogliatoi, quindi in tutti gli ambienti umidi). Questo spiega perché spesso le verruche si trovano nelle mani, nei piedi, nei gomiti e nelle ginocchia.
Se le verruche non sono curate, possono passare da una sede all’altra nella stessa persona (autocontagio). Non solo: se sono toccati i genitali è possibile che compaiano i cosiddetti condilomi, spesso causa scatenante del tumore del collo dell’utero. E’ stato appurato che l’HPV possiede un ruo-lo importante nelle neoplasie come carcinogeno cutaneo. Infatti, il DNA dell’HPV è stato riscontrato in frammenti di alcune lesioni benigne e di tumori. Sono stati anche segnalati casi di verruche poi trasformatesi nel carcinoma cellulosquamoso delle dita e in neoplasie periungueali».

Esistono vari tipi di verruche in base all’aspetto e alla localizzazione:
– le verruche volgari o comuni (le più frequenti), si diffondono per contatto diretto pelle a pelle e, in genere, sono localizzate alle dita o al dorso delle mani; hanno la superficie irregolare con sporgenze e rientranze, rotondeggianti, di diametro variabile, di colore grigiastro o bruno-nerastro, dure al tatto e talora dolenti;
– le verruche plantari, molto conta-giose, si formano sotto la pianta del piede. A causa della pressione eserci-tata dal camminare e dallo stare in piedi, sono dolorose e si riconoscono per l’aspetto simile a un callo piatto, ma con uno o più puntini neri ravvicinati sulla superficie;
– le verruche piane o giovanili, si localizzano su viso, dorso delle mani, ginocchia e gomiti, e hanno la superficie liscia, sollevata in modo quasi impercettibile, con un diametro di alcuni millimetri, dello stesso colorito della pelle o più scure, non dolenti.

CONSIGLI TERAPEUTICI
La cosa più importante, prima di passare alla terapia, è che lo specialista faccia un’attenta e precisa diagnosi dell’infezione cutanea. Questo per evitare spiacevoli inconvenienti: ci sono casi in cui un tumore della pelle è stato addirittura scambiato per una verruca. Una volta stabilita la natura della lesione si può procedere con il trattamento più opportuno. Il farmacista può svolgere un’importante ruolo nel consigliare vari prodotti da banco, sottolineando di seguire le più importanti regole di prevenzione» (vedi Prevenzione in nove punti).
Il trattamento con antimicotici topici avviene attraverso una vasta gamma di forme farmaceutiche:

  • creme, indicate per le zone localizzate e senza peli
  • unguenti, utili in caso di parti più asciutte
  • spray, pratici per trattare le zone ricoperte da peli e quelle più estese del corpo, come schiena, spalle e tronco
  • polveri, che per la loro caratteristica di assorbire il sudore, risultano più adatti al trattamento del piede d’atleta
  • smalti medicati, per facilitare la terapia prolungata nel tempo delle onicomicosi

I principali farmaci antifungini appartengono ai seguenti gruppi: i derivati azolici dotati di attività fungistatica e fungicida (ketoconazolo, clotrimazolo, econazolo, miconazolo, bifonazolo e i più recenti itraconazolo e fluconazolo); le allilamine, che comprendono la terbinafina, molto attiva e con scarsi effetti collaterali, che si può usare per via generale e locale, e la naftifina solo per uso locale; le morfoline tra cui l’amorolfina, che può essere anche veicolata in base di smalto per il trattamento delle onicomicosi. Tra i piridoni, la ciclopiroxolamina, utilizzata per via locale, mostra, infine, una spiccata capacità di raggiungere concentrazioni efficaci nello strato corneo e nella lamina ungueale.

La chiave del successo del trattamento con antimicotici topici è la costanza, per cui la comparsa di una recidiva non va ricercata nella mancata attività del farmaco, quanto piuttosto nella sospensione precoce della terapia. L’applicazione deve protrarsi per il tempo necessario all’eradicazione dei miceti, proseguendo per qualche giorno anche dopo la scomparsa dei sintomi, in modo tale da eliminare del tutto le spore.

I preparati topici devono essere applicati non solo sulla zona ammalata, ma anche in quella vicina, per evitare la diffusione dell’infezione. Non si segnalano particolari controindicazioni o effetti collaterali degli antifungini per uso topico, se non qualche irritazione locale o reazioni di ipersensibilità (bruciore, eritema e prurito).

 

Fonte: www.gditalia.biz www.mondobenessereblog.com


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